Vini Vulcanici nello Straordinario Evento di AIS Murgia Presso San Tommaso Ricevimenti a Polignano – IMMAGINI

QUANDO LE RADICI AFFONDANO NELLA LAVA: SI PARLA DI VINI VULCANICI NELLO STRAORDINARIO EVENTO DI AIS MURGIA  PRESSO SAN TOMMASO RICEVIMENTI A POLIGNANO

 

VINI VULCANICI – Quando le Radici Affondano nella Lava – Video Serata

VINI VULCANICI – Quando le Radici Affondano nella Lava – Video Gianni Tinelli

Pubblicato da Sommelier AIS Murgia su Mercoledì 14 marzo 2018

A soli 2 km dal mare, presso la Sala Ricevimenti San Tommaso, elegante e suggestiva dimora dell’ottocento, immersa nella campagna di Polignano a mare, e circondata da incantevoli giardini, il 9 Marzo,  la Delegazione AIS Murgia ha presentato un evento di straordinaria unicità e di notevole interesse per la cultura enoica. Una degustazione di ben dieci vini provenienti da territori vulcanici, un viaggio attraverso l’Italia con un approdo anche in  Francia.

Il Delelgato AIS Murgia e Coordinatore didattico AlS Puglia Vincenzo Carrasso, ideatore della serata, ha  magistralmente presentato ed introdotto l’evento, partendo dalla presentazione e descrizione di quella che è l’identità vulcanica di un  territorio, che esprime la sua forza, non solo attraverso quelli che sono i vulcani attivi, ma anche attraverso l’importante potenziale lasciato da quelli spenti. Il percorso va dalla dorsale appenninica verso i Colli Euganei e i territori di  Verona, e poi ancora attraversa la zona intorno a Vercelli, per espandersi verso le piccole isole e puntare a quelli che sono i simboli della nostra vulcanicità ancora attiva, come l’irruento Etna e il sonnecchiante Vesuvio, sino ad arrivare in Alsazia.

Quando si pensa al terreno vulcanico bisogna immaginare non solo quello che è stato il potere distruttivo di un’eruzione, ma soprattutto a quello che poi la lava ha lasciato in eredità al suolo: una importante ricchezza di mineralità. Qui si ottengono uve di grande qualità, che nascono nella maggior parte dei casi da viti a piede franco non innestate. Le produzioni  sono superbe, e nonostante la minaccia sempre incombente di possibili eruzioni, i contadini prediligono coltivare in queste aree, tra sabbia, tufo e rocce magmatiche. I vini si presentano con una grande esplosione aromatica ed un importante mineralità, sempre magicamente freschi.

Le degustazioni, affidate alla sapiente conduzione del dottor Giuseppe Baldassarre , scrittore, docente e membro della commissione didattica nazionale AIS, hanno avuto  inizio con un vino proveniente da Ischia, l’isola a largo di Napoli, che si presenta come un antico vulcano,e si erge a 900 mtr dal fondale marino. Si tratta del Pietratorcia  Ischia DOC 2016, Biancolella in purezza, con12,5% vol. Un vitigno a bacca bianca diffuso in Campania e soprattutto nell’isola d’Ischia,  forse di origine corsa e prima ancora proveniente dalla Grecia. Il sistema di allevamento è a guyot e le viti affondano in un terreno sabbioso con tufo verde Epomeo. La vendemmia avviene tra fine settembre ed inizio di ottobre con fermentazione in acciaio.

Il vino si presenta sprigionando una magnifica luce cristallina, un  colore regale, giallo paglierino, arricchito di scintillii dorati, preludio di  un corpo delicato e di un naso che si apre con grande freschezza. Un dialogo intenso e delicato tra sentori agrumati e note pietrose, che ricorda il limone di Sorrento e i pompelmi gialli, mentre continuano ad affiorare note gessose. Riporta una grande espressività  territoriale ed il sorso possiede una elegante levigatezza agrumata, con ricchezza di acidi, che si dissolvono in una  intensa salinità a  ricordo del mare. Il sorso si conclude nitido,  con una semplicità e delicatezza eleganti.

È poi la volta del secondo vino, Catalanesca del Monte Summa IGT 2016 Katè Cantine Olivella con 13% vol. Prodotto in purezza da un’uva che riecheggia influenze e memorie catalane. Il suo nome, la Catalanesca, trae origine dalla dominazione spagnola, quando Alfonso I d’Aragona la diffuse come uva da tavola. È stata poi dimenticata e in tempi recenti è stata fatta rientrare nelle varietà di uva da vino. Affonda le sue radici in un substrato vulcanico sabbioso. È una spalliera a guyot di ben 15 anni. La vinificazione avviene secondo sistemi tradizionali con maturazione in acciaio e  per tre mesi fa sosta “sur lies”, assicurando una maggiore ricchezza aromatica.

Appare luminoso, con un giallo paglierino che soddisfa la vista e la appaga con la sua leggera avvolgenza. Al naso subito arrivano i frutti, con la pesca a polpa bianca e l’ananas, seguono guizzi agrumati e note di fiori bianchi, che lasciano subito spazio alla mineralità. Il lime, il pompelmo e la scorza d’arancia creano un effetto di semplicità e freschezza. Al palato arriva con un gusto elegante e sobrio tuttavia intenso e concentrato, attraversato da screziature sapide. L’effetto è di un equilibrio perfetto, come in un concerto in cui si miscelano sapientemente i frutti bianchi, mela e pesca.

Soave Classico DOC 2016 Campo Vulcano I Campi vol 12,5%  è il terzo vino in degustazione. Prodotto sulla collina di Monte d’Arpone, da  Garganega, con aggiunta di Trebbiano, mostra un carattere fortemente territoriale. Dopo la fermentazione con lieviti selezionati fa una parziale malolattica per 15 o 20 giorni e poi batonage per 6 mesi e affinamento in bottiglia per altri 3.

Luminoso ed elegante, il suo giallo paglierino, con riflessi dorati, gli conferisce grande bellezza. Nel calice volteggia con classe, e subito al naso arrivano importanti note territoriali di affumicato ed idrocarburi con un sottofondo denso di mango ed ananas,  per arricchirsi di pera caramellata.  Si espande dando spazio alla pietra focaia e ad una elegante speziatura. Il gusto risulta denso, equilibrato e dinamico, percorso da una vena sapida, ma che consente di virare dalla mineralità al frutto con guizzi agrumati e scorza di limone.

È la volta del quarto vino, Soave Classico DOC 2014 Vigneti di Foscarino Inama 12,5% vol da Garganega in purezza, prodotta da vigneti di oltre 40 anni con rese molto basse. Fa fermentazione in barrique di secondo e terzo passaggio , con batonage ogni 4 settimane per 6 mesi e poi affinamento in acciaio.

Luminosissimo ed elegante si presenta con un giallo dorato che fa presagire quello che si apre al naso,  fiori bianchi e mineralità, speziatura su fondo di mele e pere cotte in forno, e ancora pesca e albicocca insieme a sentori di frutta esotica. Compaiono note delicatamente gessose. Al palato  riporta  un gusto rotondo ed equilibrato. Tornano i frutti, ma in gelatina, e danno sfericità al sorso. Il finale è salino insieme a note agrumate.

Il quinto assaggio è dedicato ad un vino che proviene da vigneti che affondano le radici nella pietra lavica e respirano i soffi del vulcano, Etna Bianco DOC 2015 Contrada Calderara Cottanera 12,5%Vol,  prodotto da Carricante in purezza a ben 750 mt sul livello del mare. La fermentazione e l’affinamento  avvengono  in parte in tonneaux di rovere francese e in parte in vasca di cemento.

Si presenta con la luminosità che ricorda il cristallo, il giallo paglierino domina ma lascia intravedere sfumature dorate, l’idea  che conferisce è quella di un gioiello e nel bicchiere è agile . L’attacco al naso è subito con decisi toni fumè, cui seguono spezie, alghe e una forte impronta marina. Compare poi il frutto, pompelmo in gelatina e frutta tropicale in un fluire verso sussulti agrumati e  delicatissimi. Si affacciano sentori floreali, leggerissimi, insieme a distinte note iodate e ad un finale balsamico. Il sorso è intriso di salsedine, bilanciata da una spiccata  acidità. Fanno da sfondo gli agrumi e i frutti bianchi.

Il sesto vino in degustazione Campi Flegrei DOC 2016 Pèr ‘e Palumn Agnanum vol 12,5% è prodotto da Piedirosso in  purezza, da vitigni che crescono su un terreno vulcanico,  sabbioso, ricco di pietra pomice, su alti terrazzamenti. Una viticoltura faticosa e complessa.

Un vino che si presenta con una grande limpidezza e il cui rosso rubino si tinge ancora di purpureo, segno di giovinezza. Nel bicchiere volteggia elegantemente e al naso si apre con frutti di bosco, mora di rovo e ribes rosso e poi fanno capolino la susina ed una nuance di viola. Un vino semplice, ma avvincente. In bocca si apre in modo quasi aggressivo con un tannino vivave ed una spiccata acidità su un finale sapido. Tornano i frutti di bosco e spicca la mora.

Proveniente da vigneti antichissimi datati tra i 50 e i 100 anni,scampati alla fillossera , allevati a regime biologico,  ed impiantati su quella che un tempo era la sciara del fuoco, l’Etna Rosso DOC’ 2015 Girolamo Russo con 13,5% vol è il settimo vino in degustazione. Prodotto da Nerello Mascalese al 95% e Nerello Cappuccio al 5%. La fermentazione è svolta da lieviti indigeni e l’affinamento avviene in barrique di secondo o terzo passaggio.

Limpidissimo e trasparente mostra toni granati con orlo aranciato e si avvolge in una straordinaria consistenza. Al naso un intreccio tra frutto e fiore, in cui la ciliegia e la marasca sotto spirito si fondono con petali di rosa appassiti. Emergono toni delicatamente speziati insieme a tabacco,  liquirizia e cuoio su un fondo balsamico con note minerali e fumè. L’ingresso è fasciante, elegante e vellutato, dotato di mineralità con toni salini. Il tannino è  levigato, setoso ma di nerbo. Un vino con importanti capacità di sviluppo.

L’ottavo vino, appartiene ad un territorio decisamente più a nord, Bramaterra DOC Antoniotti di Antoniotti Odilio vol 13,0% che sorge sui pendii collinari del Gattinara dove il  suolo è di roccia porfidica, difficile da lavorare ma ricco di sali minerali. Le viti, con un’età che si aggira intorno ai 40 anni, godono di condizioni climatiche ottimali ed il terreno è ricco di sostanze organiche,  così  non c’è la necessità di effettuare trattamenti.

Questo può essere definito un vino orchestrale in quanto è composto  al 70% di Nebbiolo, al 20% da Croatina, al 7% da Nespolina e al 3% da Uva Rara. La sua matrice rubino vira verso toni granati e la sua ricchezza di estratti lo rende decisamente consistente. Si apre con note di grande eleganza, sentori fruttati e florali si intrecciano in sottili nuances. È un susseguirsi di ribes nero, mirtillo, ciliegia, mora di rovo e violetta. Sono sottese note speziate ed effluvi di erbe officinali insieme al tabacco in un raffinato contrasto. Il sorso risulta austero con un tannino elegante e asciutto, che fa pensare ad un proiezione futura. Riaffiorano rivoli di frutto e si impone la freschezza. Si chiude con una scia sapida.

Interessante la provenienza del nono vino, un alsaziano dell’unico Cru del territorio a matrice vulcanica presente nella  regione. Lo stile rappresenta  un connubio tra Germania e Francia. Alsace Grand Cruise  Rangen 2015 Clos Saint Urbain Rangen de Thann di Domain Zind-Humbrecht 13,5%vol prodotto da Pinot Gris in purezza, da vitigni di 50 anni in  un’azienda che presta molta attenzione ai dettagli e predilige la lavorazione manuale, seguendo sistemi di agricoltura biodinamica. Le fermentazioni sono lente e i vini restano sulle fecce nobili anche fino a 24 mesi.

Un vino dolce, cristallino, con una eleganza nel colore che crea quasi stupore, un giallo paglierino con guizzi dorati e scintillanti. L’incipit è di una forte mineralità, ma subito arrivano i  frutti, pera caramellata e frutti tropicali, lichi e mandorla che vanno a fondersi con soffi floreali, e poi torna prepotentemente la mineralità. Un vino denso, rotondo, la cui dolcezza si dissolve in rivoli balsamici e freschi, con gradevole sapidità. Nel finale ha una dolcezza misurata e riporta sfumature speziate. Un vino destinato all’invecchiamento, prezioso per la sua unicità.

L’ultimo vino in degustazione è un passito da definirsi raro, Colli Euganei DOCG 2015 Fior d’Arancio Passito Cà Lustra Zanovello 13,5% vol. Una produzione fatta di poche bottiglie, Fior d’Arancio %, proveniente da vigneti impiantati su un territorio collinare con un suolo di singolare ricchezza, in quanto sono presenti sia sedimenti marini che vulcanici. Le uve fanno appassimento fino a dicembre e la fermentazione spontanea avviene in grandi botti con una macerazione con bucce per 3 giorni. L’affinamento è in botti grandi e tonneaux di più passaggi, per circa un anno.

È un vino che cattura subito lo sguardo con  il suo giallo ambra, arricchito  di bagliori dorati che regalano un effetto di lucentezza. Nel calice si muove con  consistenza e subito al naso regala, in modo quasi impetuoso, toni decisi, che vanno dal miele di zagare e castagno ai frutti canditi, alle scorza d’arancia. L’alloro e le erbe aromatiche incorniciano un profilo balsamico che dona freschezza, tingendosi poi di note speziate. Il sorso è ammaliante e vellutato, opulento, e riporta l’arancia  candita, le erbe aromatiche e toni  di noce moscata. La chiusura va verso note sapide e minerali che parlano del territorio.

In abbinamento all’opulenta carrellata di vini, gli Chef del Ristorante San Tommaso, Antonio Martino e Leonardo Console, hanno elaborato un piatto di grande raffinatezza, in cui elementi di terra e di mare si sono sposati in un elegante combinazione.  Scrigno al Cardoncello su coulis di pomodoro ramato, Capocollo di melanzana e gemme dorate di pesce Spada su vellutata di Bufala. Cui ha fatto seguito il dessert opera del pasticcere Paolo Valente, una Bavarese al cioccolato bianco e Rum con Passione esotica e croccante, il cui allestimento nel piatto rappresentava il tastevin, inteso come omaggio all’Associazione Italiana Sommelier, protagonista della serata insieme ai vini vulcanici.

 

Simonetti Luigina

Sommelier AIS