Questa è la storia recente del …. MINUTOLO – La Notte, Venerito, Savino

Quella del Minutolo è una storia di successo, una storia recente ma con radici lontane nella tradizione enologica e nella biodiversità viticola delle Puglie ed in particolare delle terre rosse della Valle d’Itria. Il suo passato, comune a tantissimi vitigni minori gregari o meglio comprimari nei tipici vigneti polivarietali prefillosserici, è poco noto e glorioso ma, grazie ai suoi inimitabili aromi primari, è stato determinante per la notorietà e l’affermazione commerciale dei vini gemelli Bianco Locorotondo e Martina Franca. Le prime note bibliografiche risalgono alla seconda metà dell’800 (Perelli Minetti, Di Rovasenda, Fonseca, Frojo, Jatta) e riportano una serie di sinonimi come Fiano, Fiana, Fiano moscato o Fiano moscatello, Fianello o Fiano mindiddo, Latina o Latino, Minutola, Moscadella.

Storia recente appunto. Si inizia a credere e parlare del vitigno fuori dai confini pugliesi solo nel 1999 quando le prime bottiglie di vino monovarietale, al Salone della barbatella di Gorizia, nell’ambito di una rassegna di vini da vitigni regionali microvinificati, riscossero da alcuni intenditori i primi elogi ed incoraggiamenti: “davvero elegante, scommetto avrà successo”. In verità, il lavoro era iniziato quasi 20 anni prima; merito del recupero del germoplasma e dell’avvio della sua valorizzazione, attraverso la selezione genetica, il miglioramento sanitario, quindi le successive caratterizzazione e registrazione del vitigno, è infatti di un gruppo di lavoro costituito da ricercatori agronomi dell’Università di Bari, poi affiancati da colleghi del CNR ed infine del CRSFA Basile Caramia di Locorotondo. Il Centro di ricerca di Locorotondo svolge un ruolo determinante, ospita oltre 60 selezioni del vitigno nei vigneti collezione, lo caratterizza, ne trasforma le uve, sperimenta e mette a punto protocolli di vinificazione per ottenere diverse tipologie di vini fermi, spumanti, dolci ed addirittura distillati. Grazie al progetto “Recupero e valorizzazione della viticoltura nel comprensorio dei Trulli” (2007/2010) , co-finanziato dalla Provincia di Bari, i Comuni di Cisternino, Locorotondo, Martina Franca e dalla Banca di credito cooperativo di Locorotondo, si completano le valutazioni in campo per poter registrare varietà ed i primi due cloni certificati (denominati Minutolo b. CRSA – Regione Puglia B7 e B11) al Catalogo Nazionale delle Varietà di Vite, si realizza un apposito vigneto di moltiplicazione per la distribuzione di gemme risanate alle prime cantine e viticoltori pionieri.

Proprio le denominazioni ed in particolare una, quasi sicuramente casuale, sfortunata omonimia con il più famoso vitigno/vino campano, hanno reso difficile e lungo il processo di registrazione ufficiale della varietà e costretto a cancellare il vero nome storico locale di Fiano. Il primo tentativo di registrazione con il nome di Fiano aromatico venne respinto dal Ministero e solo nel 2011, dopo un lungo processo di consultazione con i produttori della Valle d’Itria, si scelse MINUTOLO, nome derivato dal sinonimo Minutola in uso a Bitonto nel XIX secolo. Tra le pietre miliari del processo di valorizzazione occorre anche ricordare 2013, anno di riconoscimento negli elenchi delle varietà autorizzate alla coltivazione in Puglia (BURP 16 del 31-01-2013); quest’ultima tappa consentì formalmente al vitigno di esser coltivato e vinificato in tutto il territorio dei bacini viticoli di Murgia Centrale e Salento – Arco Jonico. Attualmente i vigneti in coltura specializzata si stimano in circa una ventina di ettari dei quali il 90% parimente distribuiti nelle province di Bari, Brindisi e Taranto.

A parte qualche iniziale confusione e tentennamento tra le genti pugliesi, il nuovo ed unico nome Minutolo si è ben presto affermato tra gli amatori e gli addetti ai lavori ma non ancora nel largo pubblico dei consumatori per l’impossibilità delle cantine, stando all’attuale complessa normativa vitivinicola, a riportarne il nome in etichetta.  A tal proposito, occorre infine ricordare l’iniziativa congiunta della Cantina Sociale UPAL di Cisternino e del CRSFA Basile Caramia che, attraverso la raccolta delle firme dei produttori per raggiungere la rappresentatività, gli studi e la redazione del dossier tecnico a supporto della richiesta di modifica, hanno caparbiamente portato a casa la modifica del disciplinare di produzione dei vini IGP Valle d’Itria con l’inclusione dei vitigni locali Minutolo, Maresco e Marchione. Finalmente il nome di questi gioielli dimenticati può campeggiare su un’etichetta che ne accresce fama, notorietà e distintività.

La storia del Minutolo, oltre a rappresentare una realtà commerciale ed positivo esempio da imitare per valorizzare tantissime altre risorse genetiche minori, potrebbe avere in serbo nuove e belle sorprese; una per tutte il clone mutato con acini di colore rosa che potrebbe divenire una nuova “antica” varietà al servizio dell’innovazione enologica regionale.

Pierfederico La Notte1, Pasquale Venerito2, Vito Savino2

CNR Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante, Bari; 2 Centro Ricerca, Sperimentazione e Formazione in Agricoltura Basile Caramia, Locorotondo (BA).

Per approfondimenti su storia, morfologia e caratteristiche tecniche del vitigno si possono consultare:

La Notte P., Schneider A., 2018. Atlante dei vitigni tradizionali di Puglia, ed. CRSFA Basile Caramia 2019, pp.220. ISBN 978-88-9435-86-29.

La Notte p., Pirolo C.S., Savino V.N., 2013. Baresana e Minutolo, due antichi vitigni pugliesi alla riscossa. In A.A.V.V. “La biodiversità delle colture pugliesi” a cura di Luigi Trotta, (135 p.) 86-100 Ed. Italgrafica Sud – Bari, ISBN 9788881452507.

La Notte P., Giannini P., Pirolo C., Venerito P., Cagnazzo A., Catucci L., 2010. Imminente il riconoscimento ufficiale di un antico vitigno minore pugliese: il Minutolo.  Alceo Salentino (Periodico di cultura enoica e territorio), Anno VIII n.1, pp. 13-15.

Giannini P., Pirolo C., Pastore F., De Fuoco G., Catucci L., Palmisano D., La Notte P., Savino V., 2006. Potenzialità di due nuovi vini bianchi pugliesi: Fiano della valle d’Itria e Bianco d’Alessano. Atti del Convegno Nazionale “I vitigni autoctoni minori: aspetti tecnici, normativi e commerciali”, Villa Gualino (Torino) 30 novembre -1 dicembre 2006. ISBN 88-6136-001-7.