DOLCE PUGLIA IN PANDEMIA – Una dolce e golosa contaminazione

L’avvolgenza di un abbraccio e le attenzioni di chi è distante, ma vorrebbe non esserlo in questa epoca pandemica: sono tra le cose che più ci mancano e che presto vorremmo tornare a vivere.

Abituato, per ruolo istituzionale, alla continuità e all’impegno, anche sociale, nella divulgazione della cultura del vino e della gastronomia in genere, ho ritenuto doveroso non far mancare almeno una parte della rassegna Dolce Puglia.

Il racconto, ma soprattutto l’impegno di vignaioli e produttori quest’anno avrebbe vissuto la quattordicesima edizione, in uno degli scenari magici della nostra Terra.

Dolce Puglia è da sempre la sfida alle tradizioni più antiche, come quella della produzione di vini dolci, ma anche la vetrina della pasticceria e dei prodotti caseari, questi ultimi addirittura fra le più remote tradizioni dell’uomo, probabilmente risalenti alla preistoria.

L’evento pandemico nel periodo del lockdown ci ha, però, offerto anche delle opportunità; tra queste, quella di soffermarci nella riflessione e nella progettazione. Verosimilmente lo abbiamo fatto, tenendo tra le mani un calice di vino e tra questi magari un vino passito, un dolce naturale o una vendemmia tardiva. Vini di grande complessità, ma soprattutto capaci di concedere emozioni, fino a stimolare la creatività. In alcuni casi, ci hanno semplicemente donato l’edonistico piacere del gusto.

Dolce Puglia non è solo una vetrina, ma il contesto in cui si svolge un proficuo confronto fra tecnici, anche per stimolare gli investimenti in uno dei settori dell’agroalimentare, forse, più complessi; ciò probabilmente è dovuto alle difficoltà nella valorizzazione dei vini dolci od alla complessa alchimia naturale che entra in gioco per creare un eccellente prodotto di pasticceria.  

L’Associazione Italiana Sommelier studia ed applica quei principi logici, che mettono insieme il vino ed il cibo alla ricerca della quasi perfezione o semplicemente perché tale connubio è appagante per il palato.

La tradizione vuole, infatti, che ad un dolce si abbini un vino dolce: ma fino a che punto tale principio funziona o deve ritenersi assoluto? Ed ecco in gioco la possibilità di agire per contrapposizione ed in moltissimi casi il vino dolce diventa protagonista in un aperitivo o magari si sposa alla complessità di un piatto di carne o di pesce. 

Abbiamo anche compreso che, in realtà, non è il vino dolce che non ha mercato, ma viene penalizzato dalla sua proposta quasi unica ed ultima sul fine pasto, quando il palato è saturo e la sazietà nega l’ultimo passo. 

Stiamo assistendo ad una sempre maggiore riduzione della concentrazione zuccherina e ad una elevazione della struttura e del corpo dei “vini dolci”, in particolar modo nella categoria dei rossi. Che sia anche questa una strategia enologica?

Sulla base di tanti quesiti e sulla logica della continuità, quest’anno Dolce Puglia non poteva mancare. In una veste che viaggia in rete ma anche nella immancabile tradizione cartacea, abbiamo voluto dire al comparto che noi ci siamo.

In una stagione quasi insolita per Dolce Puglia, come quella primaverile, abbiamo raccolto i campioni e messo insieme le nostre emozioni, fin anche le considerazioni, in alcuni casi, sulla mancata o sfuggente percezione di dolcezza in alcuni vini. Abbiamo anche verosimilmente percepito che quell’alcol potenziale, in alcuni casi, è stato il protagonista dell’evoluzione in vini di annate già degustate in precedenza.

Il coraggio è, secondo me, la parola chiave che i produttori, oggi, devono avere ed utilizzare per generare vini che vadano nel solco di un fenomeno antico quasi quanto la storia dell’uomo, ovvero i nettari dolci di cui Bacco si deliziava.

Una sorpresa ma, soprattutto, un ritorno alla riscoperta del vitigno al quale Dolce Puglia ha da sempre dedicato i maggiori sforzi, è stata quella di aver scoperto, in questa edizione, sorprendenti interpretazioni di Aleatico. Franchezza, stile e appartenenza hanno caratterizzato tutte le etichette presentate a base di questo vitigno, con potenzialità da sempre trasmesse anche da vignaioli d’un tempo e che, in alcuni casi, non ci sono più. 

Le mani in pasta sono state, spesso, le protagoniste durante il primo lockdown. Donne ma anche uomini hanno scoperto di avere anche capacità creative in cucina, come in pasticceria.

Ecco l’idea di coinvolgere nella guida Dolce Puglia 2021 anche i pasticceri. A loro ho chiesto di pubblicare un dolce con la possibilità di farlo realizzare a casa ai nostri lettori, magari affinando, in piccoli passaggi, una pratica a loro già nota. Immancabile, me lo immagino, un calice dei tanti vini censiti in questa edizione della Guida.

Al miele affiderei tutta la componente dolce in pasticceria, eliminando la componente industriale e chimica degli zuccheri raffinati. Durante il lockdown, mentre eravamo rinchiusi in casa tra smart working e faccende domestiche, abbiamo dato alla natura la possibilità di manifestarsi nel suo splendore e persino nei colori di fiori che quasi avevamo dimenticato.

La natura ha avuto il suo riscatto nei confronti dell’inquinamento, che si è notevolmente attenuato durante l’inattività forzata delle attività produttive.

In lunghe e solitarie passeggiate tra i campi, chi ha potuto, ha posato il naso su petali di fiori o accarezzato erbe campestri, scandagliando in ogni sensazione le emozioni cedute da un calice di vino, in particolar modo se dolce o passito; ma questo stesso fenomeno ha, soprattutto, consentito la cessione di pollini ad api golose, produttrici di un miele forse tra i più incontaminati degli ultimi decenni.

Dolce Puglia è anche un concorso di varie categorie di vini e l’oramai prestigioso Trofeo, per la sua bellezza ma soprattutto per il suo valore simbolico, è tra i più ambiti nei concorsi enologici. Scultura artigianale che evoca il caleidoscopico profumo a ventaglio e la sfarzosa colorazione dei tulipani, anche quest’anno ha trovato posto in 6 cantine pugliesi, premiate quali vincitrici delle 6 categorie in gara.

Nessun palco o celebrazione in presenza per questa edizione, ma per il Trofeo ho pensato comunque ad una celebrazione. 

Uno scatto fotografico in un passaggio diretto dalle mie mani a quelle dei produttori vincitori e, quindi, una consegna in cantina.

A celebrare vignaioli e produttori vincitori, con me, lo staff Dolce Puglia.

Dolce Puglia è anche concorso per la migliore etichetta vino dolce, scaturita dal giudizio della commissione dei degustatori e dello staff.

Quest’anno agli occhi di tutti è balzata l’etichetta del vino “Mandoro Primitivo Dolce Naturale di Manduria DOCG” della Cantina Cooperativa di Lizzano, con un apprezzabile cambiamento di stile e grafica. Nell’immagine ne interpreto l’impronta decisa dei vignaioli segnata dalla fierezza, ma anche dalla decisa presa sugli attrezzi di lavoro, una ricchezza di inestimabile valore come il nome stesso del vino o l’armonica sequenza dei filari di vite.

Dolce Puglia è anche riconoscimento alla cantina che per storicità, costanza, perseveranza nella produzione di vini dolci e per il valore aggiunto o assoluto di un personaggio, che ha quest’anno meritato il premio della Giuria Dolce Puglia.

Il riconoscimento e la targa vanno alla storica cantina Leone de Castris di Salice Salentino, con la seguente motivazione:

Nell’edizione 2021 di Dolce Puglia il premio speciale della giuria va a Piernicola Leone de Castris per il ruolo pionieristico svolto dalla sua azienda anche nel campo dei vini dolci pugliesi di qualità. Il primo imbottigliamento dell’etichetta Negrino, da uve aleatico 100%, avvenne, infatti, nel 1948, nell’immediato dopoguerra, aprendo la strada al rinascimento dei vini pugliesi anche nella categoria dei vini dolci. Un ulteriore motivo di plauso è che tale prestigiosa etichetta ha mostrato una straordinaria continuità produttiva coprendo un arco di oltre 70 anni. 

Il Covid-19 ci ha privato della celebrazione con tutto il popolo di Dolce Puglia nella tradizionale festa, ma anche dello spazio dedicato al confronto tra esperti del settore. In tono minore ma con la stessa passione è nata la Guida Dolce Puglia 2021 e i premi correlati. Anche la commissione esaminatrice e lo staff ha subìto un taglio nel numero di componenti, ma era doveroso rispettare le normative anti Covid.

La commissione riunitasi con me, ha degustato i campioni presso il Ristorante Binario 24 ad Altamura, che ringrazio per la preziosa disponibilità.

La commissione esaminatrice e lo staff, che ringrazio, erano così composti:

Giuseppe Baldassarre (capo panel), Teresa Ciccarone, Gianni De Gerolamo, Francesco Pugliese, Katia Cea, Francesco (Ciccio) Fantò, Giuseppe Rubino e Roberto Raguso.

Il lavoro di squadra per la realizzazione della guida è stato a cura di Roberto Lacarbonara e di Debora Goffredo e la raccolta dei testi da parte di Teresa Mastromatteo e Giuseppe Bianco.

Concludo questa mia pagina, con un ricordo.

Nella tredicesima edizione dedicammo il premio della giuria all’uomo interprete della volontà di rinascita del Primitivo, ovvero al compianto Dario Cavallo. Lo ricordo attraverso le sue imponenti e decise strette di mano, tipiche del vignaiolo al servizio della vite. Il suo sguardo profondo illuminato dal racconto della sua amata terra, a volte anche amara e arida, ma sempre generosa con il Primitivo. Era caparbio ma gentile nella sua smisurata accoglienza, davanti alle sue creature, le bottiglie; le apriva tutte per sfidarmi nella ricerca delle infinitesimali differenze tra loro: annate, particelle di terra, età del vigneto, tempi di raccolta e scelte enologiche o semplicemente la vocazione verso alcuni ceppi. Assaggio dopo assaggio fino all’ultimo goccio nel bicchiere: l’offesa più grande era quella di non terminare l’assaggio fino all’ultima goccia. Gocce di fatica ricavate con la schiena piegata su monumentali e secolari alberelli: probabilmente lui ci parlava e li dominava.  Piante secolari, come altrettanto secolare avrei voluto fosse stata la sua vita. Conservo millesimi di quei vini che lo hanno reso fiero protagonista e più volte vincitore del Trofeo Dolce Puglia, sempre lì ben esposti insieme ai tanti riconoscimenti. Sono fiero di aver percorso, con lui, filari infiniti di Primitivo, veri monumenti della natura.

Nei miei ricordi e nel mio cuore ci resterai sempre, Dario, Amico mio!

Vincenzo Carrasso

Delegato Murgia AIS Puglia