LA VERNACCIA DI ORISTANO di Azienda Vinicola Contini

Leggenda vuole che il vino “Vernaccia di Oristano” sia nato dalle lacrime di Santa Giusta, la patrona dell’omonimo comune in provincia di Oristano. Si racconta che, per curare le popolazioni del luogo dalla malaria, Santa Giusta trasformò le sue lacrime in un nettare miracoloso.

Dapprima utilizzato solo per i suoi effetti curativi, la Vernaccia di Oristano divenne poi il vino simbolo dell’isola.

In realtà la Vernaccia di Oristano per storia, caratteristiche e metodo di produzione è considerata la D.O.C. sarda per eccellenza, un unicum nel panorama enologico dell’Isola e non solo. Tra l’altro è stata la prima DOC sarda riconosciuta con DPR 11/8/1971.  

Si può affermare, senza possibilità di smentita, che la Vernaccia di Oristano sia un vitigno tipico e storico della omonima provincia, le cui origini sono però incerte e avvolte nel mistero. Secondo alcuni studiosi sarebbe stato portato in Sardegna dai Fenici; secondo altri è un vitigno autoctono dell’oristanese, già noto al tempo dei Romani, che giunti nel territorio e trovandosi di fronte a un vitigno a loro sconosciuto, lo chiamarono vernaculum, cioè “vite locale”, a cui poi fu aggiunta la menzione geografica “di Oristano” a rimarcarne con precisione la zona di provenienza.

A tal proposito va detto che il nome vernaculum è stato utilizzato dai Romani per indicare diversi vitigni locali e autoctoni. Ciò ha creato un po’ di confusione e false parentele. Un esempio su tutti è la Vernaccia di San Gimignano, un vitigno autoctono dell’omonimo comune toscano che condivide con la Vernaccia di Oristano parte del nome. Si potrebbe pensare che i due vitigni siano imparentati ma non è così, in quanto hanno caratteristiche e patrimonio genetico differenti.

La zona geografica di produzione dei vini della D.O.C. Vernaccia di Oristano ricade nella parte centro occidentale della Sardegna, nell’oristanese, e comprende i territori dei comuni di Cabras, Baratili S. Pietro, Milis, Narbolia, Ollastra, Nurachi, Oristano, Palmas Arborea, Riola Sardo, S. Vero Milis, Santa Giusta, Siamaggiore, Simaxis, Solarussa, Tramatza, Zeddiani e Zerfaliu.

Una caratteristica distintiva della Vernaccia di Oristano è il metodo di produzione, che prevede una maturazione ossidativa. Infatti, come recita il disciplinare di produzione, dopo la spremitura e la fermentazione, il vino viene trasferito in botti di media capacità, di castagno o di rovere, riempite al 75-80% del loro volume. In queste condizioni, nei vasi vinari scolmi e in presenza d’ossigeno, sulla superficie del vino si forma un velo costituito da lieviti denominato Flor; l’umidità del microclima oristanese è indispensabile alla formazione di questi lieviti. La creazione del Flor è fondamentale per la qualità finale del vino Vernaccia: più la sua formazione sarà veloce, più sarà spesso e compatto, maggiore sarà la qualità del prodotto. Quando il velo è completo, si realizza la massima protezione dall’aria e l’isolamento delle componenti olfattive e gustative del vino. Raggiunto un determinato spessore, il velo scende in profondità, depositandosi sul fondo della botte, funzionando così da filtro mobile, rendendo il vino limpido e diminuendo l’intensità cromatica.

Tipico della Vernaccia di Oristano è il suo bouquet aromatico e complesso e il suo sapore, che in sardo è conosciuto col termine murruai. Con questo termine si fa appunto riferimento al gusto tipicamente amarognolo, agli aromi di fiori di pesco e di mandorlo e a sentori di nocciole tostate, accentuati dalla notevole alcolicità.

È interessante notare che, secondo alcuni studiosi, il termine murruai deriverebbe da murratus o murrau, con cui era conosciuto il vino mirrato, frutto di un’antica usanza, diffusa tra i Romani, che consisteva nel profumare le botti e le cantine con la mirra. Quest’aromaticità accentuata ricorda quella della Vernaccia di Oristano.

I vini Vernaccia di Oristano sono perfetti come vini da meditazione. Nelle versioni secche, possono accompagnare secondi piatti di pesce affumicato o formaggi erborinati e speziati. Nelle versioni dolci, grazie ai profumi di fiori di mandorlo e nocciole, sono ottimi per accompagnare la pasticceria secca con nocciole o mandorle o come vino da dessert.

In questo contesto di produzione si inserisce la storica azienda Contini che da oltre 124 anni crede e porta avanti il sogno di coltivare il suo vitigno per antonomasia, la Vernaccia di Oristano. Il “Pontis” rappresenta la massima espressione di questo sforzo produttivo, in blend la Vernaccia (70%) con il Moscato (30%) si fondono in un matrimonio perfetto, generando un vino ampio con profumi mielosi, di albicocca, uva sultanina, mandorla e nocciole, terminando in un finale di cioccolato bianco. Dolcezza e suadenza creano un equilibrio perfetto con freschezza e sapidità, lunga persistenza aromatica intensa e perfetta armonia. Di questo vino si producono, ogni anno, circa 3000 preziose bottiglie, in cui, la cura maniacale dei dettagli e la scelta degli acini rigorosamente a mano, fa sì che diventi un’eccellenza del panorama enologico non solo sardo ma anche italiano.

 

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