Contro Darwin! Vitigni & Vini. Tesoro d’Italia 2023

di Roberto Lacarbonara

Non chiamateli “minori”! Sono i vitigni da riscoprire, raccontare, persino “proteggere” dal rischio di scomparsa; ma, soprattutto, sono i protagonisti di una delle rassegne più rilevanti sul territorio pugliese e più esclusive nel contesto nazionale: “Vitigni & Vini. Tesoro d’Italia”.

L’evento, prodotto dalla Delegazione Murgia di AIS Puglia e ospitato dal Tamerici Beach Club di Monopoli lo scorso 9 giugno 2023, giunge alla settima edizione radunando oltre 130 etichette, campioni spesso introvabili in grado di raccontare l’unicità e la storia dell’eccezionale patrimonio ampelografico italiano.

Cornice d’eccezione, la costa adriatica a sud di Monopoli, terra di approdo della civiltà mediterranea, nonché sponda orientale verso la Grecia e l’Asia minore, da cui molti dei vitigni protagonisti della serata provengono, risalendo millenni di storia.
Con la conduzione di Vincenzo Carrasso, Delegato Murgia AIS Puglia e ideatore della rassegna – alla presenza del Presidente AIS Puglia, Giacomo D’ambruoso, del presidente emerito, Vito Sante Cecere, del Dr. Giuseppe Baldassarre, Consigliere Nazionale AIS e responsabile eventi AIS Murgia, e con la partecipazione straordinaria del dott. Massimo Tripaldi, Presidente Assoenologi per Puglia, Basilicata e Calabria – l’evento si è aperto con un convegno di carattere scientifico, culturale e mediatico, orientato a illustrare le straordinarie opportunità provenienti dal recupero di quei vitigni poco noti che, negli anni, hanno subito una sorta di “darwinismo enologico” legato alla loro scarsa adattabilità, oppure agli orientamenti di un mercato spesso attratto dai blasoni internazionali.

Ma è proprio a partire dalle continue oscillazioni della domanda e dai drastici mutamenti del clima che la sperimentazione attorno a questi vitigni esprime oggi l’urgenza di accomunare e riunire, attorno un tavolo di progettazione, produttori, enologi, sommelier e divulgatori, stakeholder fondamentali nel rilancio della ricerca e della produzione.
Pochi luoghi come l’Italia, infatti, possono vantare un patrimonio così ampio di varietà. Delle oltre 3000, ad oggi classificate a livello mondiale, circa 800 sono quelle ufficialmente presenti sui disciplinari nazionali; tuttavia, probabilmente, si tratta di un conteggio difettoso che può avvalorare fino a circa 2000 cultivar, recuperando alcuni cloni presenti in pochi ettari non dichiarati.
Un’enorme differenza rispetto all’approccio francese, orientato piuttosto verso la valorizzazione di pochi vitigni principali in una sorta di “gioco sicuro” che premia la costanza, penalizzando l’assoluta specificità dei territori.

Il convegno inaugurale ha rappresentato anche l’occasione per addentrarsi nei “racconti filogenetici” condotti, tra rigore scientifico e sapere popolare, dal Dr. Baldassarre. Una trama che si dipana a partire da piccolissime realtà come la Valle d’Aosta, da cui provengono le microvinificazioni di ostinati vignaioli capaci di riscoprire varietà come il Neiret (42 ettari appena) o il Cornalin (11 ettari) accanto al Priè blanc, allevato nelle vigne più alte d’Europa.

Questi piccoli, grandi miracoli enologici – presentati sui banchi d’assaggio disposti tra i pini e le tamerici immerse nelle sabbie a pochi passi dal mare – sono stati i protagonisti di una serata di prima estate, in un’atmosfera di ritrovata libertà e partecipazione dopo gli anni della pandemia.

Oltre 700 i partecipanti all’evento, invitati a percorre, fino a notte inoltrata, i sentieri distribuiti tra vere e proprie “isole di degustazione” regionali.

Rarissimi alcuni “incontri” in questo inedito vocabolario dei “dialetti del vino italiano” (Baldassarre). Citiamo il prezioso Cari piemontese, allevato nelle Langhe; oppure i vitigni di lessico tedesco come il Fraueler o lo Zweigelt, entrambi altoatesini. Ma anche preziose gemme come lo Cimixà di Portofino, i romagnoli Centesimino e Famoso, il Maceratino e la Garofanata delle Marche, un riscoperto Maturano e un Abbuoto laziali, un Caprettone campano e un Perricone siciliano.

E, naturalmente, tanta Puglia, a partire da recentissime riscoperte, come il Notardomenico proveniente dalla zona di Brindisi-Ostuni (un incrocio spontaneo tra Somarello e Carricante); l’immancabile Minutolo, sempre più protagonista dell’enologia regionale, che oggi si scopre figlio della Visparola di origine greca e balcanica; così come le interessanti spumantizzazioni del Marchione; mentre, il Susumaniello, figlio del nobile Sangiovese, è oggi al centro delle più recenti ricerche condotte proprio da Giuseppe Baldassarre e radunate nel nuovo libro “La metamorfosi del Susumaniello. Il somarello e la sua rivincita” (Edizioni L’immagine, Bari, 2023) che sarà al centro del prossimo evento targato AIS Murgia, il 7 luglio all’Hotel D’Aragona di Conversano. Da non perdere. Prosit!